Crisi di governo, dopo le dimissioni di Mastella, probabilmente Prodi dovrà rimettere stasera il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.
Purtroppo le reazioni politiche alla crisi, invece di cercare di guidare il paese verso una soluzione dell'attuale condizione d'ingovernabilità, hanno superato il limite imposto dalla costituzione e dalle leggi, portando di fatto il paese fuori dalla democrazia se non verranno presi i debiti provvedimenti.
Umberto Bossi dichiara testualmente «o si va al voto oppure facciamo la lotta di liberazione. Ci mancano un po' di armi, ma prima o poi quelle le troviamo», dichiarazione di estrema gravità, che rientra pienamente nel reato penale di attentato all'unità nazionale.
E se si dovesse andare ad elezioni anticipate a seguito delle dimissioni del governo in carica, verrebbe negata la possibilità di esprimere il consenso al referendum abrogativo sulla legge elettorale, il che rappresenterebbe un'indegna ed indemocratica prova di forza del parlamento: tutti gli attori politici principali di questa ridicola legislatura, al governo o all'opposizione, di partiti grandi o minori, avrebbero più possibilità di mantenere il seggio mantenendo la legge elettorale attuale: l'agevole raggiungimento delle firme per la presentazione del referendum è da considerarsi indicativo del dissenso della popolazione per l'immobilismo politico del paese, anche se certamente non legalmente vincolante, e richiederebbe una presa di posizione da parte di entrambi gli schieramenti contro la possibilità di tornare alle urne senza apportare significative variazioni o senza dare la possibilità di tenere la consultazione referendaria, magari attraverso la scelta responsabile di un governo tecnico di transizione o di una coalizione allargata ai principali partiti d'opposizione.
LINK: http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/dimissioni-mastella/paese-anomalia/paese-anomalia.html
Jan 23, 2008
Jan 12, 2008
The long way home
Ho pubblicato alcune nuove foto scattate lo scorso dicembre tra Parigi e Ginevra: potete trovarle a questi link:
http://evolvingimages.blogspot.com/2008/01/interpretations-of-geneva.html
http://evolvingimages.blogspot.com/2008/01/eiffels-dream.html
i've just published a new gallery containing pictures from Paris and Geneva, taken last december: you can find them here:
http://evolvingimages.blogspot.com/2008/01/interpretations-of-geneva.html
http://evolvingimages.blogspot.com/2008/01/eiffels-dream.html
Jan 10, 2008
Çalik, Bouygues, Siemens: fare business in Turkmenistan
Ahmet Çalık
Ahmet Çalık è il presidente del consiglio d'amministrazione della compagnia turca che porta il suo nome, Çalık Holding.
Questa compagnia controlla cinque diverse compagnie che operano rispettivamente nel settore tessile, finanziario, logistico, costruzioni ed energia: quest'ultima è la branca che ha realizzato insieme alla italiana ENI l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, il primo a raggiungere l'Europa dall'Asia centrale evitando la Russia.
Ahmed Çalık è anche colui che ha stabilito le regole per entrare nel mercato del Turkmenistan a fare affari. E' stato ministro nel governo di Saparmurat Niyazov, pur non essendo cittadino del paese, e ha istituito un sistema che forza i potenziali investitori a supportare il culto della personalità del defunto dittatore, attraverso traduzioni del libro sacro scritto da Niyazov, il Ruhnama, nelle lingue dei rispettivi paesi. Spesso compagnie straniere sono arrivate a finanziare la costruzione di grandiosi monumenti nella capitale del paese, Ashkhabad; è il caso della Bouygues, gigante francese delle costruzioni e delle telecomunicazioni, che si è guadagnata l'accesso al mercato turkmeno traducendo il Ruhnama in francese, ed ha poi potuto erigere il monumento al libro sacro ad Ashkhabad.
Le compagnie edili, in particolare Bouygues e Çalık, hanno trovato una miniera d'oro per i loro investimenti nel paese centroasiatico: la capitale Ashkhabad è infatti stata recentemente teatro di un boom nell'edilizia di lusso che non ha pari nel resto dell'Asia centrale, e che può essere paragonato a quello degli Emirati Arabi o di Pechino olimpica.
Anche le compagnie di comunicazioni fanno affari d'oro in Turkmenistan: la Siemens è presente in forze nel paese, e secondo fonti interne al paese avrebbe fornito le apparecchiature necessarie ai servizi di sicurezza del paese per le intercettazioni di comunicazioni, per la censura informatica, e più in generale per le attività repressive che permettono gli arresti sommari di dissidenti e l'oppressione e la censura dei cittadini del paese.
Il settore dell'energia è però quello che interessa di più le compagnie straniere attive in Turkmenistan, in quanto il paese possiede i maggiori giacimenti di gas naturale del pianeta: questo è il settore dove la Çalık fa da padrone, ma anche la ENI opera nel paese, soprattutto in vista della costruzione di un oleodotto e di un gasdotto transcaspici: difficile immaginare che, date le condizioni imposte dal regime per poter investire nel paese, la presenza della ENI non sia un'altra fonte di supporto alla crudele dittatura turkmena.
Davvero gli affari devono e possono avere la priorità sulle questioni etiche e morali? Vogliamo sul serio riscaldare le nostre case con gas comprato da crudeli regimi dittatoriali che opprimono le proprie popolazioni?
Saparmurat Niyazov
Una delle sue statue d'oro ad Ashkhabad
LINK: L'inchiesta originale sulle traduzioni del Ruhnama è del documentarista finlandese Arto Halonen e dell'avvocato americano Kevin Frazier, ed è l'oggetto del documentario "Shadow of the holy book": qui il trailer del documentario: http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00008
http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00004&ref=frontpage
http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00009&ref=frontpage
http://en.wikipedia.org/wiki/Çalık_Enerji
http://www.calik.com/?nwlng=eng
http://www.bouygues.fr/fr/index.asp
http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00040&ref=frontpage
Ahmet Çalık è il presidente del consiglio d'amministrazione della compagnia turca che porta il suo nome, Çalık Holding.
Questa compagnia controlla cinque diverse compagnie che operano rispettivamente nel settore tessile, finanziario, logistico, costruzioni ed energia: quest'ultima è la branca che ha realizzato insieme alla italiana ENI l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, il primo a raggiungere l'Europa dall'Asia centrale evitando la Russia.
Ahmed Çalık è anche colui che ha stabilito le regole per entrare nel mercato del Turkmenistan a fare affari. E' stato ministro nel governo di Saparmurat Niyazov, pur non essendo cittadino del paese, e ha istituito un sistema che forza i potenziali investitori a supportare il culto della personalità del defunto dittatore, attraverso traduzioni del libro sacro scritto da Niyazov, il Ruhnama, nelle lingue dei rispettivi paesi. Spesso compagnie straniere sono arrivate a finanziare la costruzione di grandiosi monumenti nella capitale del paese, Ashkhabad; è il caso della Bouygues, gigante francese delle costruzioni e delle telecomunicazioni, che si è guadagnata l'accesso al mercato turkmeno traducendo il Ruhnama in francese, ed ha poi potuto erigere il monumento al libro sacro ad Ashkhabad.
Le compagnie edili, in particolare Bouygues e Çalık, hanno trovato una miniera d'oro per i loro investimenti nel paese centroasiatico: la capitale Ashkhabad è infatti stata recentemente teatro di un boom nell'edilizia di lusso che non ha pari nel resto dell'Asia centrale, e che può essere paragonato a quello degli Emirati Arabi o di Pechino olimpica.
Anche le compagnie di comunicazioni fanno affari d'oro in Turkmenistan: la Siemens è presente in forze nel paese, e secondo fonti interne al paese avrebbe fornito le apparecchiature necessarie ai servizi di sicurezza del paese per le intercettazioni di comunicazioni, per la censura informatica, e più in generale per le attività repressive che permettono gli arresti sommari di dissidenti e l'oppressione e la censura dei cittadini del paese.
Il settore dell'energia è però quello che interessa di più le compagnie straniere attive in Turkmenistan, in quanto il paese possiede i maggiori giacimenti di gas naturale del pianeta: questo è il settore dove la Çalık fa da padrone, ma anche la ENI opera nel paese, soprattutto in vista della costruzione di un oleodotto e di un gasdotto transcaspici: difficile immaginare che, date le condizioni imposte dal regime per poter investire nel paese, la presenza della ENI non sia un'altra fonte di supporto alla crudele dittatura turkmena.
Davvero gli affari devono e possono avere la priorità sulle questioni etiche e morali? Vogliamo sul serio riscaldare le nostre case con gas comprato da crudeli regimi dittatoriali che opprimono le proprie popolazioni?
Saparmurat Niyazov
Una delle sue statue d'oro ad Ashkhabad
LINK: L'inchiesta originale sulle traduzioni del Ruhnama è del documentarista finlandese Arto Halonen e dell'avvocato americano Kevin Frazier, ed è l'oggetto del documentario "Shadow of the holy book": qui il trailer del documentario: http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00008
http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00004&ref=frontpage
http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00009&ref=frontpage
http://en.wikipedia.org/wiki/Çalık_Enerji
http://www.calik.com/?nwlng=eng
http://www.bouygues.fr/fr/index.asp
http://www.freedomforsale.org/index.php?req=article00040&ref=frontpage
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