Mar 19, 2008

Diario dall'India, parte 1

E' difficile parlare d'India.
La massa del paese, la sua diversita' geografica e storica, le lingue, etnie e religioni che la compongono intimidiscono chi viene qui cercando di comprenderla.
I forti contrasti sociali vengono mostrati al mondo fin dall'uscita dell'aeroporto, dove un numero imprecisato di persone dormono sull'asfalto all'ombra della tettoia dell'edificio, storditi dai gas di scarico e dalla spazzatura.
Non si puo' individuare un ordine sociale netto nelle citta', dove le aree piu' costose ed elitarie si sbriciolano per l'usura del tempo e del clima subtropicale, ed ospitano le piu' diverse varieta' di umanita' che vivono fianco a fianco ma senza interagire tra loro.
L'antico ordine castale, la nuova differenza di ricchezza tra coloro che trainano e beneficiano dell'incredibile crescita economica e coloro che ne sono rimasti ai margini, la convivenza di abitudini e stili di vita occidentali con le tradizioni religiose, accompagnate dai rumori, dagli odori e dai colori del culto, sono tutti ostacoli che stordiscono l'occhio estraneo, e che nascondono la vista del complicato mosaico delle tradizioni e della mentalita' del paese.
L'India conosce il turismo, forse come solo alcuni paesi dell'europa mediterranea: secoli di apertura ai viaggiatori e pellegrini, sia locali sia provenienti da paesi lontani, hanno creato nella popolazione una dimestichezza con lo straniero che puo' assumere varie forme. Purtroppo questo rende ancora piu' complesso il lavoro di avvicinamento alla vera anima del paese, perche' i contatti con la popolazione sono quasi sempre, nell'ambito delle principali aree turistiche, viziati da un rapporto commerciale tra le parti.
L'indiano conosce bene i bisogni e le velleita' del turista, e cerca di trarne profitto troppo spesso ricorrendo al raggiro mascherato da approccio amichevole.
Chiunque abbia viaggiato anche brevemente in India ha sviluppato una forte corazza difensiva contro gli approcci per strada, ma riuscire a cogliere a prima occhiata la differenza tra un approccio genuino e la ben piu' comune ciarlataneria richiede una conoscenza piu' profonda della realta' indiana, e rende quindi ancora piu' difficile il compito di cominciare a capire questo intenso paese.
Questo pero' non impedisce di stupirsi alle manifestazioni piu' originali, grandiose e fantasiose dell'anima e della cultura di questo paese.
Gli eleganti saluti a capo reclinato di qualcuno con cui e' incrociato lo sguardo, il te' al latte offerto da un perfetto sconosciuto che ti da il benvenuto nella sua citta', le offerte di luce, odori e preghiere ad un quanche dio seduto in un angolo di strada, i colori dei bazaar, la dignita' che trasuda dal modo di vestire e di camminare di tanti tra gli abitanti di questo immenso mondo, e che e' condivisa anche da molti dei piu' poveri tra i poveri, impeccabili nei loro sari colorati o nei loro abiti semplici anche tra le baracche cresciute lungo le linee dei treni, lasciano un'impronta indelebile nella mente di chi, anche per caso, entra in contatto con questi frammenti di un'immensa umanita' multiforme.

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