L'acqua del fiume delle perle scorre placida lungo i vari canali all'approssimarsi della foce. Pescherecci dalla chiglia agile ed avvolti in ragnatele di sartie che si dipanano dalla cima dell'albero stanno ormeggiati lungo questi meandri d'acqua, in attesa di salpare ed aprire le ali di rete nelle baie pescose della baia del fiume; al loro fianco beccheggiano chiatte a fondo piatto, deputate al trasporto delle merci lungo il corso d'acqua, a banchi di mercato, e spesso anche ad abitazione per la famiglia di mercanti.
GuangZhou (la città che conosciamo meglio con il nome occidentalizzato di Canton), rinomato cenro della gastronomia cinese, ricca e pragmatica, si stende ampia ad abbracciare la rete di canali, tra macchie di vegetazione lussurregiante subtropicale: ricorda una delle grandi città degli stati uniti centrali, ampiamente distesa sul territorio, priva di un vero centro di sviluppo urbano, rarefatta.
GuangZhou non è una città che si fa ammirare, non ha bellezze o landmark che ne ricordino la storia: ha eretto un memoriale al dottor Sun Yat Sen, padre della patria cinese, ha qualche antica ed alta pagoda ancora sopravissuta ma abbandonata a sè stessa. E' sopratutto un mercato: interi quartieri traboccanti merci di scarsa qualità, infrastrutture stradali che collegano le aree della città soffocandone l'aria, ignorando la tutela della qualità urbana in cambio di una maggiore efficienza economica.
La qualità ambientale della città è estremamente precaria: la città si trova in una zona malsana di acque stagnanti, con umidità tropicale, inquinamento comune alle grandi aree urbane dell'Asia. L'aspetto caotico della metropoli è poi ulteriormente esasperato dalle cataste di merci che spesso abbandonano i confini dei negozi per occupare i marciapiedi.
GuangZhou è un'esperienza importante per capire le dinamiche della nuova ricchezza cinese e le conseguenze sulla quotidianità degli
individui dell'incredibile sviluppo economico ed urbano.
Mar 23, 2007
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