Apr 28, 2010

Chi è Fatima Elatik

Questo è un articolo tratto dalla BBC online che parla di Fatima Elatik, sindaco di Zeeburg (la municipalità di AMsterdam dove vivo).
Trovo che possa essere un fruttuoso spunto di discussione sulle tematiche dell'integrazione in una società aperta e dinamica.

Dutch Muslim women striving to integrate

By Roger Hardy
BBC Islamic affairs analyst, Amsterdam

At a time when the headscarf is a hot issue in Europe, it comes as something of a shock to meet Fatima Elatik.
This feisty 36-year-old - who combines her headscarf with bright red lipstick - is mayor of Zeeburg, a large multicultural district of Amsterdam.
She is the first Dutch-Moroccan woman to become a district mayor - quite an achievement for a woman whose mother arrived in the Netherlands 40 years ago, unable to read or write.
"My mum first held a pen to write her own name once she was 60," Fatima recalls.
"And now she sits next to me when I read the newspaper, reading the words with me."
Empowerment
A short walk from the mayor's office, I find out what the Dutch authorities are doing to help migrant women adapt to life in a modern, secular society.
Marion Huisinga runs courses teaching immigrant women basic skills.
On the day of my visit, some 20 women, most of Moroccan origin, are learning to speak, read and write in Dutch.

The youngest is in her 20s and has brought her new-born baby along in a pram. The oldest, Rahma, is 74 - and one of Ms Huisinga's star pupils.
Ms Huisinga has to win the trust not only of the women but of their husbands. Some are reluctant at first, she says, but they usually come round.
The courses are about much more than language. Ms Huisinga takes the women to the beach or the zoo, or one of the city's famous museums.
For many of them, getting out of the house is itself an achievement.
Wayward sons
As they talk and sip Moroccan tea, the women seem relaxed. But their lives are often hard.
One of them, Zara, is divorced and has to look after four boys on her own.
Mothers worry that, out on the street, their sons may get drawn into crime, drugs or extremism.

Young Muslim men have been the focus of concern here since 2004, when a 26-year-old Dutch-Moroccan, Mohammed Bouyeri, stabbed to death the controversial film-maker Theo Van Gogh.
I had visited Amsterdam in the aftermath of the killing, when young Muslim males were under a cloud of suspicion.
It was a bad time to be Dutch-Moroccan. A traditionally liberal society was polarised and ill at ease.
Young Muslim men told me they were routinely turned away at discotheques.
The problem has not gone away. But now a Dutch-Moroccan hip-hop artist, Casablanca Connect, has produced a video called "Members Only" to highlight the issue.
Rather than being made to feel worthless, he told me, young Dutch-Moroccan men need to be encouraged to feel they really belong in Dutch society.
That is not easy when the anti-immigrant Freedom Party - led by Geert Wilders, an outspoken critic of Islam - is gaining an ever bigger following.
Mr Wilders wants the authorities to halt all immigration from Muslim countries.
Coping with change
Dutch Islam has many faces. I visited a progressive mosque, whose administrator is a 24-year-old woman.

And I tried - and failed - to visit an imam associated with the conservative form of Islam known as Salafism.
The imam - accused in the Dutch press of promoting intolerance - agreed to see me, and then changed his mind.
This is a community in the throes of change - yet still in many respects traditional and patriarchal.
Someone who has to deal with the social problems of male-dominated families is Samira Bouchibti - one of four Dutch-Moroccan members of parliament and Labour Party spokeswoman on youth and family issues.
She is concerned about forced marriage, which still occurs despite efforts to outlaw it.
Part of Ms Bouchibti's brief is gay rights - something many Muslims would be unwilling to take on.
I ask if there is any tension between her faith and her commitment to equal rights for gays.
"No, never," she replies, "because my God loves all the people - gay, black, white, religious, not religious. My God loves everybody."
It is a very enlightened, very Dutch view - even if conservative Muslims would take issue with it.
I left Amsterdam feeling young Muslim women may be coping with the challenges of modern life rather better than the young men.
The girls are seizing their chances, says district mayor Fatima Elatik, whereas the boys have a tough time dealing with Dutch society.
They find it hard to get jobs and to be accepted.
"It's easier to be named Fatima," as she puts it, "than to be named Mohammed."

Apr 23, 2010

dal cielo


Un effetto collaterale inatteso della nube vulcanica è che i primi voli dopo il diradamento seguono corridoi leggermente diversi: co un po' di fortuna e un cielo terso si aprono quindi inediti panorami.

Questa è una foto del Cervino visto da sud-est.

Apr 19, 2010

La transizione completata

In un paese enorme come a Cina, infrastrutture in grado di accorciare le distanze interne sono una delle chiavi del processo di sviluppo.
Il treno veloce tra Pechino e Canton, per risparmiare un totale di 2 ore e 30 sul tragitto, è stato progettato per non fermarsi alle stazioni, ma con un sistema di interscambio di carrelli sospesi per le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri.

30 stazioni sulla linea, tempo medio di fermata per stazione 5 minuti, totale risparmio 2h30 appunto, più l'energia dei processi di decelerazione ed accelerazione.

E' con questo tipo di produzioni che la Cina si affaccia al mondo dopo le trionfali olimpiadi del 2008: l'associazione del marchio Made in China con prodotti di bassa qualità sta per diventare eredità del passato.

Apr 11, 2010

Revolutsiya

Revolution, is like a woman
Who would give you the biggest happiness on Earth, but
Would kill you in the morning. That's why there won't be
Anymore revolutions in the world, because there are no more
Fiances for these women.

Apr 8, 2010

Ma cos'è il Kirgyzstan?

Rivoluzione in Kirgyzstan, il solo paese dell'Asia centrale ex sovietica che ha tentato la transizione democratica.
E' la terza dall'indipendenza del 1992.
Il paese, povero di risorse ma con un grande potenziale turistico grazie ai magnifici paesaggi montani, produce principalmente frutta e energia idroelettrica, e si divide in due macroregioni, una a maggioranza kirgiza (popolazione nomade molto vicina ai kazaki e ai mongoli), l'altra a maggioranza uzbeka (popolazione turca, come quasi tutte le etnie della regione).
Le tensioni si devono inquadrare in un contesto di ampia corruzione, ritenuta dalla maggior parte dei cittadini la principale responsabile dei problemi di sviluppo del paese.

Ecco alcune mie foto, e alcuni link per trovare informazioni ulteriori sul paese.

condomini sovietici a Osh, nel sud del paese

Un trattore in piazza Ala Too, la piazza centrale della capitale Bishkek

anziana di fronte al palazzo presidenziale, Bishkek

monumento all'indipendenza, Bishkek

incrocio dei pali che reggono una yurta, na tenda dei nomadi centroasiatici

pastori nomadi sulla strada verso il confine cinese

bazaar di Osh, nel sud del paese, a maggioranza uzbeka

taxi collettivo verso il confine tagiko, attraverso le montagne del sud


http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/8608708.stm
http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/8608870.stm
http://enews.ferghana.ru/article.php?id=2618
https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/kg.html

Apr 7, 2010

Zurkanheh, la casa della forza

Zurkanheh in farsi vuol dire casa della forza.
è un'antica arte ginnica che unisce la ritualità religiosa all esercizio fisico.
Consiste in una serie di movimenti rituali scanditi da un ritmo di tamburo e cembali che accompagna nènie sciite.
Lo scopo del ritmo impresso è di aumentare la durata degli esercizi, rendendoli più complessi.
E' difficile inquadrare quest'arte nella cultura iraniana contemporanea, in quanto pur ispirandosi alla cultura religiosa sciita rappresenta un'arte fondamentalmente laica e aconfessionale, basata su preesistenti rituali persiani.
Per questa ragione rimane confinata nell'Iran contemporaneo all'interno di circuiti chiusi, difficili da inquadrare in una teologia di stato, e quindi difficili da accettare o censurare da parte del gruppo al potere nel paese.
Sicuramente comunque rimane una delle più originali espressioni della cultura tradizionale iraniana.











Apr 3, 2010

Torri dei piccioni, Iran

L'Iran è un paese ricco di architetture originali, soluzioni ideate per adattarsi alle condizioni geografiche e climatice peculiari delle diverse aree del paese.
Tra queste, nelle regioni desertiche centro orientali si possono incontrare le torri dei piccioni.
Queste costruzioni cilindriche sono tane per pennuti, dove diverse migliaia di uccelli possono trovare posto e nutrimento.
Gli allevatori usavano poi i piccioni come messaggeri, ne raccoglievano gli escrementi da usare come concime, e li vendevano come carne.
Queste strutture, cadute purtroppo in definitivo disuso dopo la rivoluzione khomeinista, sono costruite in fango secco attorno ad una struttura portante, tecnica comune nelle aree desertiche del paese specialmente nei dintorni di Yazd.
L'intera struttura risulta estremamente interessante, grazie alle linee decisamente originali.






Mar 25, 2010

Dalle zanne un fiore



E' sbocciato il fiore della mia pianta canivora, una dionaea muscipula o venere acchiappamosche.
Aveva sempre creato bocche per catturare gli insetti, poi d'un tratto ha iniziato a far crescere un lungo stelo dall aspetto minaccioso, sulla cima del quale sono spuntati prima dei bocciuoli, poi dei fiori bianchi.
Del tutto inatteso, e quantomeno pittoresco.

Mar 22, 2010

Il grande timoniere

Mar 18, 2010

Mar 15, 2010

Perchè?

'La caratteristica di questo Governo e' quella dell'etica politica''. Lo ha detto a Mestre il 14 marzo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. ''Prima di questo Governo, compresi quelli di centrodestra, - ha spiegato La Russa - la tecnica e' stata quella della parziale irresponsabilita': il Governo decideva, poi affidava a qualcuno il compimento delle proprie decisioni e se qualcosa non funzionava, la colpa era di chi non aveva saputo tradurre in fatti concreti le decisioni del Governo. Il Governo Berlusconi, dal primo giorno - ha sottolineato - ha modificato la politica della responsabilità in etica della responsabilità"

Perchè una simile dichiarazione, in un momento in cui è chiaro come la questione morale sia proprio il problema più grande della coalizione al governo?
C'è un problema di prospettiva nella percezione che il governo in questo momento ha di se, o stiamo assistendo ad una strategia cosciente di mistificazione per mezzo di becera propaganda fatta di menzogne?

Mar 14, 2010

cibo per gatti e fast food

Secondo una ricerca condotta dal laboratorio Global Food Testing di Burton on Trent, Inghilterra, il livello di grasso trovato nelle scatole per gatti “Gourmet Gold” è risultato solo l’ottava parte di quello del pollo fritto della Kentucky Fried Chicken (KFC) ed è anche molto inferiore a un Big Mac della McDonald’s o un pasto della catena Pizza Hut. “Non farebbe alcun male agli essere umani mangiare questo cibo”, ha detto il Dr. John Searle, il responsabile dello studio, riferendosi ovviamente agli alimenti per cuccioli.

Mar 11, 2010

Di Balasciam

Balasciam è una provincia che la gente adorano Malcometo, e ànno lingua per loro. Egli è grande reame e discende lo re per reditade; e scese del legnaggio d'Allesandro e de la figlia di Dario, lo grande signore di Persia. E tutti quegli re si chiamano Zulcarnei in saracino, ciò è a dire Ales[a]ndro, per amore del grande Allexandro.
E quivi nasce le priete preziose che si chiamano balas[c]i, che sono molto care, e cavansi ne le montagne come l'altre vene. E è pena la testa chi cavasse di quelle pietre fuori del reame, perciò che ve n'à tante che diventerebboro vile. E quivi, in un'altra montagna, † ove si cava l'azurro, e è 'l migliore e 'l piú fine del mondo; e le pietre onde si fa l'azurro, è vena di terra. E àvi montagne ove si cava l'argento.
E la provincia è molto fredda. E quivi nasce cavagli assai e buoni coritori, e non portano ferri, sempre andando per le montagne. E nascevi falconi molto volanti e li falconi laineri: cacciare e uccellare v'è lo migliore del mondo. Olio non ànno, ma fannone di noci. Lo luogo è molto forte da guerra; e' sono buoni arcieri e vestonsi di pelle di bestie, perciò ch'ànno caro di panni. E le grandi donne e le gentili portano brache, che v'è ben 100 braccia di panno bambagino, e tal 40 e tal 80; e questo fanno per parere ch'abbiano grosse le natiche, perché li loro uomini si dilettano in femine grosse.

Marco Polo, Il Milione
Balasciam è il Nagorny Badakhsham, nel Pamir tajiko

Mar 9, 2010

Pedofilia nel clero

Federico Lombardi, portavoce vaticano, ha affermato che gli episodi di pedofilia riguardano anche altri ambiti oltre al clero, per cui è bene inserirli in un contesto più ampio.
Il problema è che buona parte degli altri ambiti in cui si verificano abusi sono contesti patologici e deviati, che certo non hanno la pretesa di essere la guida morale per la società, fino al punto da influenzarne le leggi.

Alle pretese seguono anche le responsabilità, volenti o nolenti.

Mar 8, 2010


Genova, lungomare di Nervi

Mar 3, 2010

Elezioni locali in Olanda

Olanda, boom del partito xenofobo
Le proiezioni: "Il Ppv è la terza forza"
Il partito della Libertà (Pvv) xenofobo e anti islam di Gert Wilders è il grande vincitore delle elezioni amministrative in Olanda e passerebbe dall'essere il quinto al terzo partito in Olanda su base nazionale.

E' quanto emerge dalle proiezioni sul numero di seggi in Parlamento, mostrati da Nos Tv.

Secondo i grafici mostrati dall'emittente il partito dei cristiano democratici (Cda), pur molto ridimensionato, rimarrebbe il primo partito olandese seguito dai laburisti, anch'essi in caduta. Il Pvv aumenterebbe la sua presenza di quindici seggi in Parlamento, passando da 9 a 24 seggi.

L'affluenza alle urne, che si sono chiuse alle 21, è stata del 56%.

Da Repubblica.it


E' un giorno triste. Anche in un paese storicamente aperto e tollerante oggi ha vinto il poulismo becero.
Vorrei iniziare un complesso discorso sul senso ed i controsensi del nazionalismo oggi, ma per ora l'unica cosa da dire è che anche qui alla maggior complessità della politica contemporanea la gente risponde radicalizzandosi sui temi più semplicistici. E questo a mio parere è molto triste.

Mar 2, 2010

Camogli


4 Stagioni




Mar 1, 2010

Perchè il commercio equo e solidale deve adattarsi al libero mercato



Spesso i prodotti del commercio equo e solidale vengono venduti ad un prezzo più alto dei corrispondenti prodotti comuni.
I consumatori "accorti" e "consapevoli" sono felici di pagare questa differenza, conoscendo i benefici sociali del prodotto, e spesso attribuendovi una migliore qualità.
In realtà questa modalità di consumo nasconde un errore sostanziale.
Analizziamo la struttura del processo economico sottostante al commercio, diciamo, del caffè, che insieme al cacao è simbolo del commercio equo.

In un rapporto economico di libero mercato troviamo diversi attori interessati nel processo di produzione e distribuzione del caffè: il contadino che lo produce, il mercante che lo compra al contadino, lo distribuisce e trae i profitti dalla vendita, ed il consumatore finale del prodotto, che lo acquista.
Chiaramente nella categoria "mercante" possono trovarsi più individui, che rappresentano i diversi passaggi della catena di distribuzione, ma per la nostra analisi il numero di questi passaggi intermedi non è importante, in quanto possiamo ammettere che, se il sistema è ottimizzato, siano gli stessi sia per la distribuzione classica sia per quella equa e solidale.

Il contadino può possedere o meno la terra che lavora, ma in generale non avrà la liquidità necessaria ad assicurarsi i mezzi produttivi per garantirsi il raccolto. Questo è un elemento chiave dell'intera analisi: il contadino i questione non è indipendente economicamente, quindi dovrà ricorrere a un prestito di capitale per poter produrre il raccolto. Difatti il sistema equo e solidale (che d'ora in poi abbrevierò ES) non si applica ai prodotti di agricolture di aree completamente sviluppate (o artigianato, per estensione).

Quindi, il contadino per produrre ha bisogno di reperire il capitale da investire nei mezzi di produzione, dalle sementi ai macchinari agli antiparassitari etc.
Se si rivolge ad una banca, potrà ricevere un prestito a tassi molto poco vantaggiosi, in quanto la banca dovrà garantirsi contro l'insolvenza del contadino, che non possiede garanzie sufficienti: il raccolto annuale insomma rappresenta in assoluto la più importante risorsa economica del contadino.

Il mercante offre quindi un prestito al contadino ad un tasso leggermente migliore di quello che la banca può offrire.
Questo può sembrare frutto di una logica antieconomica, ma in realtà con il prestito (che il contadino ovviamente accetterà in quanto più vantaggioso) trasforma il contadino in debitore, e potrà acquistarne il prodotto per poi rivenderlo.

Il mercante segue una logica di massimizzazione del profitto.
Questo significa che il prezzo che pagherà al contadino per i suoi prodotti sarà il più basso possibile, in grado cioè di ripagare il debito e garantire la minima sussistenza al nucleo famigliare del contadino in una stagione normale, ma costringendo il contadino a protrarre ulteriormente il debito in caso di raccolto scarso.
Il limite minimo del prezzo è dato dal mantenimento della convenienza del prezzo fatto dal mercante rispetto a quello calcolato sul prezzo del prestito bancario, tenendo conto che il contadino in un'agricoltura non meccanizzata non può vendere le sue merci direttamente al mercato saltando l'intermediazione del mercante.

Vale la pena notare che il mercante sta comportandosi in maniera neutra, questo paradigma economico non è influenzato da scelte morali, solo dalla logica di massimizzazione del profitto del mercante, che ovviamente cercherà la maggior convenienza negli affari.

Il mercante quindi sosterrà dei costi di distribuzione della merce, la venderà ad un prezzo concorrenziale che gli garantisca un guadagno. A parità di prodotto i consumatori acquisteranno quello a costo minore.

Un prodotto ES obbedisce allo stesso paradigma, ovvero la filiera produttiva del singolo chicco di caffè dalla pianta a casa nostra è la stessa. La differenza principale sta nella logica del mercante. Il mercante ES (perchè di questo si tratta, ovvero di chi distribuisce e vende la merce del contadino che come abbiamo detto non è in grado di farlo da solo) non usa una logica di massimizzazione del profitto, ma di distribuzione equa del profitto stesso con il contadino. Questo non cambia i costi di produzione e distribuzione, il contadino dovrà comunque ricorrere al prestito del mercante ES per l'acquisto dei mezzi di produzione essenziali.

Il prezzo finale del prodotto rimane quindi lo stesso, in quanto non è gravato da costi diversi: l'unica differenza chiave tra i processi sta nella logica di ridistribuzione del profitto: nella filiera tradizionale il mercante, avendo la possibilità di allocare il profitto, massimizzerà la sua quota parte. Anche il mercante ES potrà allocare il profitto dell'intera operazione, ma seguendo una logica di distribuzione equa, garantirà al contadino una più alta quota parte.

La logica di mercato per cui vale la pena pagare di più un prodotto equo solidale in quanto tale rappresenta quindi un ingiustificato aumento del prezzo finale del prodotto stesso, sostenibile solo grazie alla buona fede dei consumatori; limita inoltre la capacità di espansione sul libero mercato delle merci di provenienza ES.

Quest'anno ricorrono i 150 anni dalla pubblicazione di "Max Havelaar" dello scrittore olandese Multatuli, libro di protesta sociale conro le quote di coltivazione di te e caffè e le inique politiche coloniali nelle Indie orientali olandesi, che rappresenta una pietra miliare nella presa di coscienza dei problemi della distribuzione equa.
Vale la pena leggerlo.

 
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